Maurizio Cuzzi è un altro legno approdato sulla spiaggia, con gli altri Pavos. I contrabbassi tengono bene il mare e le note basse viaggiano più lontano.
L’uomo che vorreste avere accanto in caso di sparatoria, o quando vi capita di non ricordare il giro di Disco Inferno. Il bassista che vorreste accanto su una barca a vela in difficoltà.
Le sue competenze medico-infermieristiche diventano sempre più appetibili e rilevanti man mano che, anche per i Pavos, il tempo passa.
E’ un bassista che sburta. Spinge, cioè. Consapevolmente, intenzionalmente. Spinge, tira, rotolando note giganti come tronchi sotto la chiglia, piantando zeppe e cunei, bagnando le corde, trascina inesorabilmente la nave della band attraverso qualunque palude, foresta, montagna, fosse anche fino al lago Titicaca. Come Fitzcarraldo.
Si sottopone ad una preparazione estenuante di dettato e lettura musicale in tutte le chiavi, con la stessa semplice tenacia con cui si dedicava alla noble art.
Da incursore di marina, gli è capitato di rimanere anche per 12 ore immobile in fondo al mare: fatta questa, cosa sarà mai solfeggiare in chiave di baritono?!
Filologo e storico come ogni bisiaco, e monfalconese in particolare, nel gioco on-line Mondo aveva realizzato un impero planetario con capitale Doberdò del Lago. Spazzato via da forze soverchianti in una notte in cui era di turno al Pronto Soccorso.
Ha acquistato un’automobile in grado di contenere l’enorme amplificatore di cui si serve, soprannominato affettuosamente “La Morte Nera” da quanti lo hanno aiutato a maneggiarlo.
Ultimo uomo a scrivere gli sms in corretto italiano, con una completa punteggiatura, senza abbreviazioni nè emoticon, sviluppando intero il proprio pensiero. Se non ne ha il tempo, non scrive.
La sua filosofia è apparentemente semplice, basata sugli scritti e l’opera di John Entwistle (The Who): “Bisogna comprare un Fender Precision ogni volta che se ne vede uno”.
Apple ha annunciato per il 2013 la release dell’applicativo Cuzzi 2.0 per iPad ed iPhone.