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LOVE ZONEI Pavos Rojos sono un gruppo di persone che si vogliono bene e che assieme fanno qualcosa che amano fare. Quest’area del sito ospita aneddoti, frasi, immagini che saranno incompresibili ai piĂą, e che nascono da quanto detto sopra (di solito in orari inaccettabili!)...
Mi ha detto Giuliano che somiglio a quell’attrice... quella con la “M”... M... M... M... Penelope Cruz!! (La Notte In Cui Spararono Al Pianista, a Coderno di Sedegliano, l’11 agosto 2012)
“Tu parli come Roberto. Lui è tuo idolo?”
“Io sono Siddharta, tu sei Govinda. No, aspetta... tu sei Siddharta ed io Govinda.”
I Toga Party son così... Mentre una bimba dorme sul prato, dopo una giornata di giochi d’acqua, e l’aria è ancora satura di vapori freschi... un chitarrista un po’ sfuocato sullo sfondo, con la toga fradicia per il bagno in piscina, fa la pipì nell’apposita grondaia!!
“Ma ti... te son mica el Bob?!”
“Che lì, se ti ingropa, ti dĂ una sdrondenada c’a ti fas zirâ lis uarelis!
“Mi ricordi mia nonna. Ma è un complimento, sai?”
“Questa qua TI RICORDA TUA NONNA? E allora perchè cazzo tua nonna non è qui, immediatamente, subito...?!”
“Fabio Veronella in the house
“Se suoniamo questo pezzo abbiamo risolto il 90% della musica nera contemporanea”
“Tu pestis come un quadrupede”
“Si visaisu Witney Houston vinç agns fa? Se una cusì mi varĂ©s dit c’a mi la dĂ , jo fos nassĂ»t uzel. Mi fos suicidât par tornâ a nassi uzel!!”
(Amy Winehouse)
CHI SIAMO...Disposti in cerchio, come carte in mano al giocatore. Come una corolla di voci. Come una tribù che rinnova ogni sera il racconto delle proprie origini e della propria storia. Come i semi colorati di una collana africana, i Pavos Rojos si fanno trafiggere ed attraversare dal filo della black music, incatenati e necessari l’uno all’altro. Prima di ogni concerto, la mano che li regge li sparge come dadi, fra il blue del cielo ed il tavolo verde, azzardando il caso e le combinazioni. Tocca poi a loro ritrovarsi e riconoscersi. Ad ogni battito, ad ogni nota sollevare il suono al cielo, come un neonato benedetto.
Aperti al dubbio, ma compatti e solidali come un branco di cani in corsa, ansimano grazie ad un numero imprecisato di sassofoni e di un paio di trombe, pulsano di basso percussioni e batteria, si parlano per mezzo di tastiere e chitarre. Ubiqui alle Sagre della Bassa e del goriziano, onnipresenti nei bar tenebrosi. Band mutevole nell’organico, ma costante nella riproposizione dei pezzi. Autoterapeuti, ricercatori ossessivi del trance, in fuga circolare e perenne sulla stessa strada. Esecutori di una musica assonnata, dall’andatura greve e dinoccolata, come di treno merci, o di chi combatte con una laboriosa digestione. Musica afroamericana, sicuro, dei piĂą amati Maestri; ma una certa praticaccia del mondo, del nostro mondo detto “latino”, devono di certo avercela. I Pavos Rojos bruciano il Carnevale ad ogni loro concerto, scacciano demoni, dirìmono antiche vertenze. DA DOVE VENIAMO...I Pavos nascono nel 2002, con una telefonata di George e Bob a Franz, che si tira dietro immediatamente Mauro, Wuk e Marco Montanar (...come se Bob e George non li conoscessero, figurati!). Mauro, in particolare, conquista la fiducia incondizionata del Bob cucinando un frico magistrale: si crea così l’asse portante, basso-batteria. Ma le prime forme di vita paviche risalgono alla fine degli anni ‘90, presso il laghetto Al Salice di Villesse: si sa che la vita viene dall’acqua. E addirittura gli storici attestano la presenza di Wuk e Franz a casa di Mauro il Basso fin dal 1989: si suonavano i Deep Purple, Le Orme, PFM, Santana... Dei Pavos ancora presenti nell’organico attuale, c’è poi l’ingresso di Nico (2004 o giĂą di lì) e Fabio nel 2006. La svolta si ha all’inizio del 2007. Con l’arrivo di Laurence, il gruppo si trasforma: da una band di deficienti etilisti, in una band di deficienti etilisti con una gran cantante! Vuoi mettere... L’irresistibile ascesa del gruppo (se non altro numerica) coinvolge Igor e Giuseppe... |